La radioprotezione veterinaria

Oramai da anni la necessità diagnostica in veterinaria, e conseguentemente la tecnologia utilizzata, ha fatto passi da gigante. Non è infrequente l’utilizzo di macchine complesse, come la TC, piuttosto che tecniche di medicina nucleare. Con l’aumento delle tecnologie radiologiche, inevitabilmente le dosi agli animali pazienti, ai medici veterinari, agli assistenti e (purtroppo) a conduttori e popolazione in generale sono sensibilmente aumentate.

Le due difficoltà maggiori della radioprotezione in ambito veterinario:

Le due difficoltà maggiori della radioprotezione in ambito veterinario sono le seguenti:

  1. l’impossibilità di chiedere all’animale paziente di rimanere fermo (e tranquillo)
  2. la necessità per animali di grossa taglia (bovini, equini e oltre) di eseguire esami al di fuori di un ambiente dedicato e protetto

Le regole di radioprotezione che valgono per tutte le attività nelle quali vengono utilizzate radiazioni ionizzanti valgono ovviamente anche per l’ambito veterinario. Eppure non è infrequente vedere conduttori esposti a radiazioni diffuse, o estremità di conduttori o assistenti o veterinari stessi esposte al fascio primario. Una corretta formazione, sia verso gli esercenti (i medici veterinari, in genere), sia verso gli assistenti di un ambulatorio veterinario, è fondamentale per comprendere le reali dinamiche di un fascio radiante e per sapere quali siano i rischi e come proteggersi al meglio.

Ce.Mi.Rad. srl ha realizzato un apposito corso, predisposto da Esperti di Radioprotezione che siano anche formatori ai sensi dell’Accordo Stato Regioni relativo alla formazione in ambito di sicurezza sul lavoro (così come richiesto dalla norma) completamente in FAD, e con tutti i crismi necessari.

La norma di riferimento stessa, il D. Lgs. 101/20, all’art. 111, richiede che i lavoratori esposti siano formati rispetto al rischio da esposizione a radiazioni ionizzanti.

La norma richiede anche (indicativamente e in ordine sparso) che:

  1. la pratica radiologica venga comunicata agli Organi di Vigilanza prima che questa inizi, e che venga dato un incarico ad un Esperto di Radioprotezione
  2. la comunicazione contenga una relazione tecnica di un Esperto di Radioprotezione, con la progettazione delle barriere protettive e una valutazione dei rischi
  3. venga eseguita una verifica prima dell’inizio dell’utilizzo
  4. venga eseguita una verifica periodica, con periodo massimo di un anno, che comprenda anche una valutazione delle dosi
  5. esista e sia tenuta aggiornata, un set di documenti relativi alla gestione della radioprotezione (registro di sorveglianza fisica della radioprotezione, eventuale schede dosimetriche, comunicazioni, ecc.)
  6. dal 20 gennaio 2022, le apparecchiature radiologiche devono anche essere registrate su un portale istituzionale di ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione), che si chiama STRIMS

Ce.Mi.Rad. srl può offrire i propri servigi per gestire la radioprotezione in ambulatori veterinari attraverso i propri Esperti di Radioprotezione e la più che ventennale esperienza nel settore della radioprotezione.

Chi legge questo articolo è molto probabilmente un professionista che si informa ed è attento alle implicazioni, quindi molto probabilmente non avrà mai irradiato l’addome di una donna, magari in età fertile, con un fascio diretto per fare un esame RX ad un gatto.